lunedì 18 gennaio 2016

Marchi di qualità europei: ecco la guida che spiega come riconoscerli

​Realizzata con il contributo dell'Unione Europea, la pubblicazione vi aiuterà a districarvi tra Dop e Igp e gli altri marchi di cui spesso non si conosce il significato.



Fonte: Campagna Amica COLDIRETTI 
Districarsi tra i marchi di qualità europei? Può essere complicato ma necessario imparare a riconoscerli e a capirne il significato. Cominciamo a capire cosa sono questi marchi. A questo ci aiuta la guida realizzata da Campagna Amica con il contributo dell'Unione Europea che ci dice che i marchi di qualità europei sono certificazioni di prodotto riconosciute agli alimenti dall'Unione Europea, e vengono rilasciate da enti di certificazione individuati dal Ministero delle Politiche Agricole. Ma qual è l’importanza di questi marchi? E’ grande, perché garantiscono al consumatore la provenienza originale del prodotto e/o che il processo di produzione avvenga secondo modalità legate a una tipicità territoriale nel rispetto del disciplinare che regola il marchio di qualità.

L’Unione Europea, all’inizio degli anni ‘90, ha adottato alcune norme giuridiche per rafforzare e garantire due pilastri della politica di qualità europea: il primo sui prodotti tipici (indicazioni geografiche e lavorazioni tradizionali) e il secondo sui prodotti biologici. Ma cosa significa quando leggiamo “indicazione geografica”? 
Si intende una denominazione che designa un prodotto agricolo o alimentare le cui caratteristiche o la cui reputazione possono essere attribuite all'area geografica da cui proviene. L’indicazione geografica comprende le “Denominazioni di Origine Protette” (DOP) e le “Indicazioni Geografiche Protette” (IGP)
La differenza sostanziale tra le due sta nel fatto che nella DOP tutte le fasi della produzione hanno luogo nell'area geografica designata (che determina le caratteristiche del prodotto), mentre nella IGP è sufficiente che almeno una fase della produzione avvenga nell'area geografica designata (che ne determina una particolare qualità, reputazione o altra caratteristica). L’appellativo “Protetta” dell’indicazione geografica significa che la registrazione tutela in tutta l’UE i diritti di proprietà intellettuale e conferisce a chi produce, commercializza o vende il prodotto originale il diritto di utilizzare la denominazione registrata. Quest’ultima non può essere quindi utilizzata per prodotti simili, anche se è accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”,“ alla maniera”, ecc., o se la denominazione è evocata o tradotta 5 in un’altra lingua (esempio “Parmesan”, evocativo della denominazione protetta “Parmigiano Reggiano Dop”).

DOP e IGP non sono le uniche denominazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente. Spesso, tra gli altri, ci imbattiamo anche con la “Specialità Tradizionale Garantita” (STG), che è invece un riconoscimento che identifica un prodotto agroalimentare che possiede qualità specifiche che derivano solamente dalle materie prime impiegate, oppure dalle tecniche di produzione o di trasformazione, quindi senza un necessario riferimento geografico.

Per conoscere a fondo tutti i marchi europei e le loro specifiche, scarica la guida completa QUI.

Questo articolo rientra nel progetto “La Campagna ti informa” cofinanziato dall'Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea.

giovedì 14 gennaio 2016

Parigi: Indagine sulle emissioni delle sue autovetture e FCA Chrysler a Chicago....

Il titolo della societa' Renault crolla a Parigi a seguito delle indiscrezioni su un'indagine in corso da parte del dipartimento anti frode del ministero delle Finanze francese.

Renault
L'inchiesta, secondo quanto riportato dall'agenzia France Press, potrebbe riguardare il livello di emissioni di ossidi di azoto nei gas di scarico delle autovetture del gruppo.

L'organo di stampa, riferisce che la settimana scorsa, alcune sedi di Renault sono state perquisite da agenti del ministero: nel corso dell'operazione, server e computer sono stati sequestrati. A passare la notizia ai media, sono stati inizialmente alcuni rappresentanti sindacali. Stamattina un funzionario della CGT ha confermato a Reuters che ci sono state perquisizioni la scorsa settimana in alcuni stabilimenti del gruppo. La società ha detto di non voler commentare.

Intanto anche FCA Chrysler perde terreno in borsa e il motivo potrebbe essere legato alle indiscrezioni di Automotivenews, una rivista di settore americana, sulle accuse che due concessionari della zona di Chicago hanno rivolto alla società.

I due venditori, secondo quanto riportato nell'articolo, denunciano che Fiat Chrysler incentiva i venditori a truccare i dati mensili delle vendite. La casa madre avrebbe chiesto di gonfiare le immatricolazioni a fine mese. Con l'inizio del mese successivo queste stesse vendite sarebbero state poi stornate.
Un'azione legale è stata intrapresa da Napleton Automotive Group.
Ad abbattere ulteriormente il titolo in borsa anche la notizia che il 2015 in Russia si è chiuso con un calo del 45% delle vendite del Gruppo.

mercoledì 26 agosto 2015

China smartphone sales fall for first time: Gartner

Smartphone sales in China, the world's biggest market for the devices, fell in the second quarter for the first time, market research firm Gartner Inc said on Thursday.

Source: www.reuters.com
Sales of smartphones in China declined 4 percent in the quarter, the first year-over-year fall, the company said.

"China has reached saturation — its phone market is essentially driven by replacement, with fewer first-time buyers," said Anshul Gupta, research director at Gartner.

The country accounted for about 30 percent of total smartphones sales during the second quarter, according to the report.

Gartner also said worldwide smartphone sales grew at the slowest pace since 2013.

Still, Apple Inc's share of the worldwide smartphone sales market rose to 14.6 percent from 12.2 percent a year earlier.

Total iPhone sales in China soared 68 percent to 11.9 million units, Gartner said.

Apple's big-screen iPhone 6 and 6 Plus, which shattered iPhone sales records when they were launched, are about 11 months old.

Rival Samsung Electronics Co Ltd's share of the global smartphone market fell to 21.9 percent from 26.2 percent, Gartner said.

Despite the new S6 models, which it released in April, Samsung's premium phones continued to be challenged by Apple's large-screen iPhones, the report said.

Huawei Technologies Co Ltd, the fourth-largest smartphone maker globally, recorded the highest sales growth rate of 46.3 percent due to strong international sales and 4G smartphone sales in China.

Apple's shares were down about 2 percent in early trading on the Nasdaq.

(Reporting by Devika Krishna Kumar in Bengaluru; Editing by Sriraj Kalluvila)

martedì 16 giugno 2015

Un mio pensiero su EXPOTTIMISTI e Il Fatto Quotidiano

Io Giacomo Biraghi l’ho conosciuto nella realtà, non nel mondo digitale.
Giacomo, l’ho conosciuto nel lontano 2007 (di EXPO neppure l’ombra a quei tempi). Abbiamo fatto un sacco di viaggi insieme da/verso la Liguria (oggi si direbbe in car pooling) nei week end estivi, colleghi/amici in comune (non Comune – ci tengo a precisare visto l’andazzo).
Sono rimasto un po’ stupito nel leggere l’articolo di Barbacetto su Il Fatto Quotidiano, ho pensato "ha sbagliato Giacomo!".

Ai tempi vivevo a Milano e non ci stavo per niente bene (smog, brutta, costo della vita.. insomma i soliti punti critici da “migrante”); Giacomo invece era un fan sfegatato della sua città, della sua Milano.
Ricordo i viaggi, a discutere di Milano, con lui che cercava in tutti i modi di farmi vedere le cose belle di Milano, in primis la sua capacità di innovarsi, di incarnare la contemporaneità urbana. 
Io ero troppo provinciale o chiuso, forse, per vedere certi aspetti e non cambiare idea, a me Milano faceva solo schifo.
Nel parlare di Milano a lui brillavano gli occhi, a me, invece, veniva l’acido allo stomaco… Ricordo che adorava talmente tanto la sua città da perpetuarsi nel difendere addirittura la zona di Bicocca dicendo che era fichissima (mentre per me era tristissima). 

Oggi, quasi dieci anni dopo, devo ammettere che aveva ragione lui su Milano (per la cronaca vivo, dal 2009, a Roma e vengo a Milano tutte le settimane solo per lavoro). La città, almeno nel suo centro pulsante, ha cambiato pelle, la skyline è totalmente cambiata e si respira innovazione e cambiamento ovunque (l’inquinamento pure… eh). Non sarà la Milano da bere degli anni '80 (non c'ero) ma considerata l'aria che tira in Europa non mi pare neppure malaccio, anzi.

A proposito dell’articolo, io di Giacomo ricordo l’esatto opposto di quanto descritto. Ricordo un ragazzo “pulito” con un’etica ferrea (di quelli che ce n’è bisogno), e su questo le persone non cambiano perché sono così, ce l’hanno dentro l’etica ferrea. Non credo che “sia diventato” un ottimista a cottimo, lui è un ottimista (anche qui “di quelli che ce n’è bisogno”) vero, anche senza HASTAG, anche senza EXPO. Credo che a lui basti la vita per essere ottimista.

Io oggi, dopo un passato da “exponegativo”, sono da tempo tra gli expottimisti sicuramente grazie al lavoro fatto da tutto il mondo EXPO ma anche, e soprattutto, per la comunicazione e lo sforzo fatto da Giacomo.

Forse EXPO non cambierà l'Italia, forse non creerà quella ricchezza stimata, l'indotto etc etc... ma perchè remare contro? Questo non lo capisco e non lo accetto, non ha senso. Il Fatto Quotidiano, non rientra tra i miei giornali quotidiani ma ogni tanto lo leggo, e, secondo me fa anche del buon giornalismo, ma quando "è solo merda" non lo sopporto (anticipo i vostri commenti: "e sticazzi"). 

Questo post è totalmente indipendente e si basa su mie opinioni personali, quindi se dovete rompere scrivete direttamente a me. L’ho scritto perché mi son sentito di scriverlo (sarà pieno di errori, ma almeno io non faccio il giornalista), perché ho trovato l’articolo su Giacomo un gioco sporco, e lui non se lo merita. Giacomo non ne sa nulla della mia iniziativa e magari neppure apprezza.

Patrick Durante

lunedì 18 maggio 2015

CivuoleunPAESE - Festival di musica indie-rock a Leverano!

ci vuole un paese LOGO
civuoleunPAESE - Festa di Musica e Cose Belle - Leverano (LE) 28 Agosto 2015

Da un'idea buttata lì si è partiti. E subito è partita la prima domanda: dove? Ci vuole un PAESE! E cosi la piccola Leverano, il prossimo venerdì 28 agosto ospitera' il suo prima festival di musica indipendente (o musica indie - rock) tra banchetti di primizie locali e piazzette "acustiche"! A idearlo, due leveranesi doc ovviamente esportati nelle metropoli italiani come Milano e Roma. A supportarlo, tutti i leveranesi esportati ma anche quelli che sono rimasti. Il tutto condito da un pizzico di istituzionalità data dal Comune di Leverano.

Per maggiori info visitate il sito civuoleunpaese.com  oppure seguite la pagine Facebook 

giovedì 22 gennaio 2015

Italy the Extraordinary Commonplace

Davos, 21 gennaio 2015 - Il Ministero per lo Svlippo Economico e l'ICE (Istituto Commercio Estero) hanno prodotto il video "Italy the Extraordinary Commonplace" presentato oggi a Davos in anteprima mondiale. Il video vuole evidenziare i punti di forza del Made in Italy (tecnologia, agroalimentare, patrimonio culturale, etc..), partendo dai più classici dei luoghi comuni e stereotipi legati all'Italia e gli italiani. Il video rientra tra le iniziative di promozione dell'Italia all'estero pianificate per EXPO 2015 di Milano.

lunedì 27 ottobre 2014

Banche Europee: con criteri Basilea III sarebbero state 36 le banche bocciate agli stress test

di Steve Slater

LONDRA, 27 ottobre (Reuters) - I test sullo stato di salute delle banche europee hanno dimostrato che le regole di Basilea III vengono implementate a diverse velocità da Paesi e istituti di credito e che, se le nuove regolefossero già in vigore, 36 istituti avrebbero fallito l'esame.

L'eurozona sta rimanendo indietro rispetto ai Paesi fuori dall'area nell'attuazione delle regole di Basilea III che entreranno pienamente in vigore nel 2019, aggiungendo un'altra sfida per la Banca centrale europea quando prenderà in carico anche la supervisione delle banche il mese prossimo.

"Con le regole attuali, molte banche hanno superato gli stress test con margini molto ridotti o potrebbero avere difficoltà a mantenere i requisiti, così ci si aspetta che facciano di più", dice Carola Schuler, responsabile per il settore bancari dell'agenzia di rating Moody's.

Venticinque banche hanno fallito lo stress test e se ne sarebbero aggiunte altre 11 se fossero stati invigore i parametri di Basilea III, secondo quanto ha comunicato l'Eba domenica.

Questo potrebbe spingere altre banche ad aumentare quantità e qualità del proprio capitale, cosa che potrebbe limitarne gli utili, i piani di crescita e la politicadei dividendi.

Hanno fallito gli istituti con un Cet pari o inferiore al 5,5% in uno scenario recessivo tra il 2014 e il 2016. Gli stress test sono stati effettuati con regole transitorie sul capitale applicate a diverse velocità dai vari paesi.

Ma per la prima volta, i criteri integrali di Basilea III sono stati provati sulle prime 130 banche europee in modo che analisti e investitori potessero comparare la diversa forza di ciascuna.

Secondo i calcoli di Reuters, il Cet - rapporto tra patrimonio di qualità e attività ponderate per il rischio - è di circa 100 punti base inferiore ai criteri che sarebbero imposti con Basilea III.


DOPPIA VELOCITA'
Le differenze sono sostanziali tra i Paesi.

I capital ratio perle banche greche sono in media di 7,8 punti percentuali più bassi di quelli di Basilea III, la differenza per le banche irlandesi è di 7 punti mentre i criteri previsti per le banche portoghesi sono inferiori di 220 punti base e in Spagna di 100. Applicando integralmente Basilea III, 5 banche tedesche - incluse HSH Nordbank e DZ Bank - non avrebbero passato l'esame; invece la sola Muenchener Hypothekenbank ha fallito con l'uso dei criteri standard.

In Svezia, Danimarca, Norvegia, GranBretagna, Polonia e Ungheria non ci sarebbero invece state quasi divergenze poiché in questi Paesi le autorità hanno praticamente portato già a regime Basilea III.

"C'è una sorta di doppia velocità nell'entrata a regime delle regole di BasileaIII. E queste differenze non verranno meno per lungo tempo", dice ancora Schuler.

"Il ritmo a cui si sta applicando Basilea III è molto veloce per le grandi banche, dove la pressione da parte delle autorità ad accumulare cuscinetti di capitale èmaggiore", dice Antonio Guglielmi, analista a Mediobanca.

Altri analisti dicono che il 7,3% registrato dal Santander (SAN.MC) con i criteri di Basilea III, contro l'8,9% del test tradizionale, appare un risultato un po' basso per una grande banca di sistema.

Altre tre banche sistemiche, Unicredit (UCG.MI), Royal Bank of Scotland (RBS.L) e la francese Bpce, hanno indici inferiori al 7% sulla base dei criteri di Basilea III.

La messa a punto delle regole di Basilea è un lavoro complesso perché riguarda il modo in cui le banche gestiscono la tassazione differita e gli asset intangibili nel calcolo del capitale.

Gli analisti hanno fatto anche notare che per alcune banche l'applicazione dei criteri di Basilea III èeccessivamente falsata: per le banche greche non include gli aumenti di capitale fatti nel 2014; Bank of Ireland è colpita a causa delle azioni privilegiate governative; altre per la tassazione differita.